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giovedì 4 agosto 2011

KS

Conoscendo l'amore, permetterò ad ogni cosa il venire e l'andare. Sarò sottile quanto il vento e accoglierò ogni cosa che giungerà con grande coraggio. Come Rais mi direbbe: la vita è giusta, in ogni caso. Il mio cuore è aperto come il cielo.

martedì 22 gennaio 2008

il presente

La vita mi gira intorno come un'ape intorno a un fiore, e ho smesso di scappare da quello che ho, facendo finta che fosse rincorrere le cose che volevo.

non avrei voluto vedere

In questi ultimi due giorni ho trascorso del tempo con due colleghe che hanno nomi che tra loro rimano come in Marianna e Susanna. La più giovane delle due è anche quella con cui sono più a mio agio, si chiama Laura, e ieri dopo avermi invitato a pranzo a casa dei suoi è venuta qui da me per lavorare insieme. Abbiamo chiacchierato di musica e di religione, poi poco prima di andarsene ha detto che era stufa delle morti delle donne per mano degli uomini e che aveva voglia di fondare un "Regno delle Amazzoni" e tenerli dietro le sbarre perchè smettano di amazzarci ogni volta che gli gira male.
L'altra è sposata, si chiama Clara ed è calabrese, ma ha lo stesso accento di una mia cugina di Trapani. Dopo il lavoro oggi mi ha accompagnata in un outlet a comprare un paio di pantoloni in saldo, davvero economici.
Tra le novità, c'è che l'amore malato se n'andato, semplicemente ha smesso di rispondere alle telefonate e ai messaggi che scrivo. Oltre che dispiaciuta, sono sorpresa, perchè io non sono una che sparisce così, non mi è successo altre volte, nè l'avrei fatto con lui, che pure ha sbarellato molte volte nei miei confronti. Io resto sempre, in amicizia o nel perdono, mentre gli altri se ne sanno andare senza parole.
E così mentre Milano stasera è bellissima, illuminata a distesa dalla luna piena e scaldata del phoen, io sto come sta una che la luna piena ce l'ha dentro allo stomaco e intorno alla testa ho più anelli di saturno stasera.
Non stanotte, ma quella prima, ho sognato che ero al lavoro, a fare lezione in una delle mie classi preferite. Quei ragazzi hanno delle belle teste ma il limite di alcuni è d'essere precocemente svegli nello sviluppo sessuale. In modo particolare ad un consiglio di classe s'era parlato di un ragazzo e una ragazza con atteggiamenti che per la loro età ci sembravano ambigui e adulti.
In sogno, proprio quei due ragazzi ad un certo punto si scambiavano un bacio incuranti di me, durante la mia lezione. Ero offesa e, spazientita dai tanti rimproveri inascoltati, ho reagito male e mi sono incaponita che non avrei lasciato passare ancora una volta. Adesso chiamo il professore di lettere e del vostro comportamento ne discuteremo con lui, ho minacciato, poi mi sono affacciata sulla porta chiamando a voce alta Caballaro!
Il professor Caballaro non era lì nell'atrio e io me ne ero accorta, ma ho bluffato perchè volevo battere il ferro finchè è caldo, come si dice, e intimorire i ragazzi perchè capissero che facevo sul serio. E' stato in quel momento che davanti ai miei occhi i colleghi e i ragazzi che erano in corridoio hanno cominciato a scomparire. Dopo aver chiamato il collega, come in un fading cinematografico, stavano scomparendo tutti, come per effetto di quello che avevo detto. La realtà si stava dissolvendo sotto ai miei occhi ed io ero così sorpresa che ho pensato wow e mi sono svegliata con un formicolio addosso che mi ha percorso tutto il corpo. Alle quattro e mezza del mattino avevo sprigionato milligrammi di adrenalina che mi hanno avvelenato il sonno impedendomi di tornare a dormire.

domenica 3 giugno 2007

come se

come se non fosse senza gioia, passare una domenica con un lavoro noioso da svolgere, quando ancora non sei riabituato a vivere senza l'amore.

martedì 15 maggio 2007

amargo como ni siquiera veneno

Dire che non mi sento bene ultimamente, sarebbe fermarsi ad un passo prima di arrivare al vero.

La cuffietta sinistra dell'ipod s'è rotta ed ho smesso d'ascoltare musica se non a casa, quasi per protesta. Contro chi poi non lo so ancora, se non me stessa.

Sopporto solo il suono mortifero dell'organo sulla voce di Nico, niente più musica nuova, che fino a due settimane fa, scaricavo o ascoltavo avidamente su last.fm.

Ho mangiato oggi come se qualcuno mi avesse fato un'incantesimo e non avevo il potere di fermarmi dall'addentare qual pane azimo, di cui ho mandato giù tre fette, poi la cioccolata calda e un cilindro di biscotti, appena comprati al panificio e, oltre la porta di casa, già quasi finiti.

Ci penso e mi sento come un cassonetto dei rifiuti, non quello differenziato però, che ha ancora un futuro e speranza di servire a qualcosa, anche se con un altro aspetto e un nuovo nome.

Il mio ragazzo mi scrive adesso "Sei sempre di cattivo umore?". Ma mi chiedo che senso avrebbe dire di si, o dire di no, in un sms. Non mi vorrei incasinare in spiegazioni sterili, che non fanno bene all'amore e alla comprensione.

Allora gli scrivo che "finchè non sto meglio, vorrei che non ci vedessimo, perchè ho bisogno di riordinare la testa, e so d'essere indelicata a scriverlo per telefono, ma mi pare lo stesso di doverlo fare ora..."

E porto su in cima a quella salita da fare, una roccia più grande di me, col sudore e la sensazione di non saperci arrivare.

Una volta mi faccio male alla testa, mi pare d'impazzire, una volta mangio da stare male per zittire la disperazione, un'altra mi viene l'influenza, o la cistite emorraggica, o torna l'infezione del fungo della candida, a cui piace da quando sono adolescente potermi abitare.

Ma più o meno stanca e ammalata, ce la faccio ogni volta, e arrivo fino in cima spingendo davanti ai miei passi quella roccia che ha un diametro ingiusto per la forza dei muscoli che ho nelle braccia.

Arrivo lassù e, ogni volta, il masso infedele che ho portato in cima torna a scivolare dall'altezza di nuovo giù in pianura, ed è tempo per me di tornare giù e ricominciare a salire, non è previsto che ci si riposi qui, è sempre ora d'andare, perchè la roccia non stia mai sotto nè in cima all'altura.

"A milan se sta mai coi man in man" cantano questi cittadini assurdi e ammallati di depressione, e cantano il vero. Ne vanno fieri, mentre a me sembrano tanti criceti a correre in circoli dentro le gabbie, come la mia amica Gea che mi chiamava solo ogni due anni, ed ora al telefono mi fa che le restano 11 anni di vita, ha un tumore al midollo spinale.

Cosa devo dire, ad una che dopo la profondità di sentimenti di noi adolescenti, nel tempo è diventata quasi una estranea, per cui la carriera e uno status sociale, hanno
preso a contare progressivamente di più degli affetti profondi, dell'amicizia, persino di quelli familiari.

Che dire a Bio, se sento che la nostra relazione è una roba per intrattenersi a cena, e mi pare che si sia accesa di profondità solo a volte.

Come nel weekend in Veneto insieme, in cui a farci innamorare sono stati il silenzio e la condivisione di un letto a due piazze, trascorrere il pomeriggio di Pasqua stesi sull'erba a sentire il divino del sole sulla pelle e ascoltare i suoni degli insetti tra le foglie degli alberi da frutto dell'orto davanti casa.

Che siamo rimasti insieme finora solo perchè ho fatto il diavolo a quattro perchè facessimo l'amore, trascinandoci in terapia di coppia e ingegnandomi per accendere un ardore che è nato spento, sotto una coltre di pregiudizi religiosi inghiottiti come una piccola, senza masticare.

Non ti toccare, non masturbarti, non fare l'amore se non per procreare.

Mi fa schifo questa chiesa cattolica che genera aridità dove potrebbe esserci amore, che manifesta per mettere fuori legge i gay, che hanno la colpa d'amarsi e voler stare insieme.

Cristo stava coi perseguitati, Ratzinger coi perseguitatori, e il mio ragazzo usa la foto di Prosperini come avatar del suo account messenger, facendomi venire il male di vivere, il male d'amare.

Ma quando cavolo è cominciata questa discesa agli inferi. Dopo che i miei sono andati via, mi pare, dopo che di nuovo è crollato il sogno di poter star bene dove sto, nella relazione algida del presente, dopo che è svanita anche l'idea profumata di fresie di potermene andare da questa Milano già da settembre, tornare a respirare.

Non c'è possibilità per me di riuscire a lavorare l'anno prossimo a Siena, servirebbe ro le scuole di specializzazione.

E ormai all'idea di dover fare questo mestiere, mi ci sono arresa, non ho i coglioni per trovarmi un lavoro attinente al mio curriculum vitae, al mio master che per l'impegno economico e lo stress affrontato, quasi mi costava la salute mentale.

A settembre mi iscriverò ai corsi per iniziare ad omologare il mio percorso formativo a quello di un'insegnante che questo mestiere non lo faccia per non annoiarsi, ma perchè ha altro da pagarsi da vivere, e le risorse per ritargliarsi un possibile altrove, ora che la paura della malattia l'ha resa una codarda, non le sa trovare.

La determinazione di perdere due kg prima dell'estate, anche quella sembra volata via ora, che da tre giorni mangio male ed è tornata dormiente la lucidità degli ultimi mesi, - di febbraio, marzo e aprile - che mi faceva fermare un attimo prima di aprire la credenza, per prendere in mano la penna e mettermi a piangere, quieta, nello scrivere.

Si sbagliano quelli che leggono la tristezza esistenziale dei miei post come un segno di malessere. Scrivevo di robe tristi, settimane fa, ma avevo la pace nel cuore, mi esprimevo compiutamente, sapevo vivere nei miei panni e guardare il passaggio vorticoso dei miei pensieri senza lasciarmi intossicare.

Ora sono intossicata invece, ora che sono arrabbiata, amarreggiata, sconfitta, confusa, che non ho voglia di fare, di amare e di sperare. Intossicata dalla cioccolata e dai silenzi, dall'overdose di zuccheri complessi nei carboidrati che ho mandato giù oggi come fossero una maledizione.

Sono stanca della leggerezza bionda di Pauline, che da qualche giorno evito, perchè sono come arrabbiata con lei, che tra due settimane se ne tornerà nei Paesi Bassi, mentre io resterò da sola in questa casa del cazzo ancora un altro mese.

Ma forse no. Finirà che me ne vado anch'io, il 30 giugno come lei, e altro che cercare lavoro qui e menate. Me ne voglio solo tornare a casa, che sono stanca pure di chiudere a chiave la porta e me ne frego se è una citàà pericolosa quella in cui mi tocca vivere.

Suono orribile, lo so, così è, quando la luna mi gira male.

venerdì 13 aprile 2007

mis amigas

In casa manca la presenza ariosa di Pauline. Poche amiche donne, già detto...non ne vengo a capo, casa mia era un gineceo, com'è possibile che mi riesca difficile fare amicizie con le donne, che babs, anni, marilyn e lu, vero, tutte siano tutte lontane?

martedì 3 aprile 2007

vox humana

Ho una febbriciattola che non mi lascia da mercoledì scorso, è una settimana oggi e mi viene il mal di mare al pensiero di dover riaffrontare la scortesia del mio medico curante un'altra volta, domani. E' così presto, rispetto a mercoledì scorso e fisiologicamente la maleducazione è roba da metabolizzare.

L'antologia di brani - che si intitola come il mio post - messi insieme da David Byrne sulla sua web-radio questa settimana, mi sta salvando da un malumore onnivoro che stava per inghiottirmi asciutta ed intera, come un'oliva matura. Mangiare e inghiottire sembra il "la" di un diapason che vibra per darmi voce, come per g. sono il linguaggio e l'ascoltare, balbuzie e bulimia, disturbi come fratello e sorella, psciosomatici. Hai mai pensato alle malattie come un simbolo, un'allegoria o una lettera, una parola, un rituale, un verso, una posa, un'astrazione?

Finchè ci sono persone che nutrono la voglia di capire, di nuovo torna invitante, tornare a raccontare. Il titolo è un link a Vox Humana di radio David Byrne.

mercoledì 31 gennaio 2007

tardo pomeriggio

Puntuale arriva la giornata di malumore selvatico, in un tardo pomeriggio come questo, che mi fa male il ginocchio e sono a casa da sola perchè le inquiline sono entrambe andate via...mi piacerebbe dire, "perchè non vieni da me a vedere un film?"

E le carinerie ormai mi muoiono in bocca, o forse prima...già nel cuore, perchè non attecchiscono, se quando dico "sarebbe bello poter dormire insieme, ogni tanto..." mi guardi con gli occhi sbiaditi. Non mi riesce di dedicarmi alla pila di scartoffie che aspettano sulla scrivania, e nella testa...mi sento esausta, perchè ho dormito poco, e sto per avere il ciclo.

Un articolo sulla repubblica di oggi, spiegava i meccanismi del "rimandare a domani" o non si ha fiducia nel buon esito di ciò che dovresti star facendo adesso, o solo i piaceri immediati che la tecnologia ti mette a portata di mano, non li sai resistere.

E così è, forse un cocktail delle due. Controllo le email, bloggo senza troppa ispirazione...e ho fatto fuori 4 fette di pane e nutella, tanto per confermare la solita vecchia equazione che la cioccolata fa da psicofarmaco placebo quando stai male...salvo il senso di colpa del post stomaco pieno.