martedì 22 gennaio 2008

non avrei voluto vedere

In questi ultimi due giorni ho trascorso del tempo con due colleghe che hanno nomi che tra loro rimano come in Marianna e Susanna. La più giovane delle due è anche quella con cui sono più a mio agio, si chiama Laura, e ieri dopo avermi invitato a pranzo a casa dei suoi è venuta qui da me per lavorare insieme. Abbiamo chiacchierato di musica e di religione, poi poco prima di andarsene ha detto che era stufa delle morti delle donne per mano degli uomini e che aveva voglia di fondare un "Regno delle Amazzoni" e tenerli dietro le sbarre perchè smettano di amazzarci ogni volta che gli gira male.
L'altra è sposata, si chiama Clara ed è calabrese, ma ha lo stesso accento di una mia cugina di Trapani. Dopo il lavoro oggi mi ha accompagnata in un outlet a comprare un paio di pantoloni in saldo, davvero economici.
Tra le novità, c'è che l'amore malato se n'andato, semplicemente ha smesso di rispondere alle telefonate e ai messaggi che scrivo. Oltre che dispiaciuta, sono sorpresa, perchè io non sono una che sparisce così, non mi è successo altre volte, nè l'avrei fatto con lui, che pure ha sbarellato molte volte nei miei confronti. Io resto sempre, in amicizia o nel perdono, mentre gli altri se ne sanno andare senza parole.
E così mentre Milano stasera è bellissima, illuminata a distesa dalla luna piena e scaldata del phoen, io sto come sta una che la luna piena ce l'ha dentro allo stomaco e intorno alla testa ho più anelli di saturno stasera.
Non stanotte, ma quella prima, ho sognato che ero al lavoro, a fare lezione in una delle mie classi preferite. Quei ragazzi hanno delle belle teste ma il limite di alcuni è d'essere precocemente svegli nello sviluppo sessuale. In modo particolare ad un consiglio di classe s'era parlato di un ragazzo e una ragazza con atteggiamenti che per la loro età ci sembravano ambigui e adulti.
In sogno, proprio quei due ragazzi ad un certo punto si scambiavano un bacio incuranti di me, durante la mia lezione. Ero offesa e, spazientita dai tanti rimproveri inascoltati, ho reagito male e mi sono incaponita che non avrei lasciato passare ancora una volta. Adesso chiamo il professore di lettere e del vostro comportamento ne discuteremo con lui, ho minacciato, poi mi sono affacciata sulla porta chiamando a voce alta Caballaro!
Il professor Caballaro non era lì nell'atrio e io me ne ero accorta, ma ho bluffato perchè volevo battere il ferro finchè è caldo, come si dice, e intimorire i ragazzi perchè capissero che facevo sul serio. E' stato in quel momento che davanti ai miei occhi i colleghi e i ragazzi che erano in corridoio hanno cominciato a scomparire. Dopo aver chiamato il collega, come in un fading cinematografico, stavano scomparendo tutti, come per effetto di quello che avevo detto. La realtà si stava dissolvendo sotto ai miei occhi ed io ero così sorpresa che ho pensato wow e mi sono svegliata con un formicolio addosso che mi ha percorso tutto il corpo. Alle quattro e mezza del mattino avevo sprigionato milligrammi di adrenalina che mi hanno avvelenato il sonno impedendomi di tornare a dormire.

Nessun commento: