La donna-bisogno è una figura allegorica, ha mammelle e braccia grandi, ed è colei che si invoca quando il cibo scarseggia e si vuole che lei accorra per calmare il pianto e la disperazione.
La donna-bisogno è Dea degli uomini della terra di sale, ma non solo. La adorano gli uomini che dicono di non sapere amare e quelli che pronunciano la parola amore troppo presto, o troppo tardi, solo da lontano. Con braccia grandi e forti, come una statua, essa regge e consola.
La donna-bisogno ha le mani lunghe, con esse scalda e rinfresca, ed è nuda perchè non ha vergogna di accarezzare, con umiltà nei palmi, un corpo stanco, uno assetato, uno che emani un odore acre.
Gli uomini che amano la donna-bisogno la venerano senza un corpo, essa giunge come puro spirito ad aggiustare le cose, poi evapora di nuovo ed è assenza impalbabile.
Se ne va, e l'uomo che la venera come una dea non ne sente la mancanza, dimentica che sia esistita e che il benessere di ora sia dipeso dall'intervento suo, di poco prima. L'uomo che le è devoto, la rinnega una volta ristabilita una condizione di benessere ottimale.
Egli è sazio, è pulito, i sensi sono appagati, non ha sonno e non ha sete. Allora egli può dire Io non ho alcun bisogno! e sarebbe ingiusto accusarlo di mentire. Dovrà passare del tempo, prima che egli sappia formulare di nuovo parole d'amore. Vieni da me. Saprà essere dolce e saprà intenerire l'istinto di chi c'è, per esaudire i desideri giusti nella persona di chi li sa esprimere.
La donna-bisogno darà ancora, e imparerà la ragione per cui essa è meno di un fantasma. La dimenticanza è un'assassino che uccide oltre la morte, perchè chi muore non è come chi non è esistito mai. La donna-bisogno non è mai esistita, se non in sogno, essa non ha neppure un nome e le sue fattezze possono cambiare. Purchè ci siano mani e mammelle, purchè ci sia un canto crepuscolare.
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