mercoledì 14 novembre 2007

La Zucca è per Te

Ora arriva la parte forse ancora più complessa, che consiste nel garantire cure durature e continuate alla mia malattia. Perchè non si presenti più l'emergenza della crisi d'ansia. La sola idea mi fa tremare di paura. Ce l ho fatta stamattina a comporre il numero dell'ex Paolo Pini, che ora si chiama Centro di Psicologia Clinica di via Besta, 1.
Questo centro me l'aveva già consigliato lo scorso giugno 2006 la terapeuta che chiamerò Patrizia, alla fine del ciclo di psicoterapia di coppia che facevo con lei insieme a Fabio. Psicologia clinica aveva un nome che mi faceva temere. Non so, quel "clinica" aveva un chè di serio.
Ad ogni modo, il centro di psicologia clinica di via Besta e Il CPS, cioè il Centro Psico Sociale che mi ha preso in cura al momento delle mie dimissioni da Niguarda, sono in collaborazione.
Giorno 27 ottobre farò al CPS a fare la prima visita e dovrò chiedergli di compilare la mia domanda per la richiesta di una psicoterapia a lungo termine alla clinica di via Besta, 1.
Questo velocizzerà i tempi, perchè il CPS può seguirmi da un punto di vista psichiatrico, ma non psicoterapeutico, che è invece la chiave del mio piano terapeutico, se voglio "continuare" a stare bene, senza più crisi d'ansia acute da dover curare coi farmaci.
In via Besta non riescono a fissarmi un appuntamento prima del 27 ottobre, anzi - mi dicono - che loro in genere hanno una decorrenza di 25 giorni d'attesa, tra le chiamate e le prime visite dei pazienti.
Ecco qui. Tutto qui. Intanto sto con la mia busta di plastica sulla scrivania nera, che contiene ogni ben di dio,pillole d'ogni nome, forme e sapore. Gocce, e psicofarmaci e sonniferi. Come la nonna Elisabetta, solo che io dopo pranzo non recito tutti i misteri durante il rosario.
C'è una cosa che ora forse, retroattivamente, Luna potrà capire di me, ed è la fifa che mi prendeva l'anno scorso quando c'era da andare da un dietologo. E questo non va bene e quell'appuntamento è troppo presto al mattino, e oggi non mi sento, e quest'altro non mi piace perchè preferirei che fosse una donna. Mi riusciva tanto difficile andare da un dietologo , perchè riesce difficile a chiunque sia in sovrappeso, è vero.
Ma c'era un'ombra in più, per me, in questo groviglio, che mi seguiva da quel primo ricovero a Londra. Anche quel ricovero infatti, come questo, era seguito ad un periodo di distanza dai disturbi alimentari per me, che si era protratto tanto che credevo d'essere guarita.
Qualche mese dopo è arrivata la mia prima e ormai - ahimè - non unica, crisi d'ansia. E ridete pure di me, se credete. Ma chi sa guardare dentro di sè e dentro l'animo umano, senza coprirsi gli occhi con le dita, sa cosa voglio dire.
Sapevo che dietro il mio sovrappeso c'era tutto questo, o almeno qualcosa che gli somigliava molto. Perchè appiamo sempre tutto di noi, ma è cosi dura vedere che è meglio ammalarsi di lapsus freudiani, dimenticanze, imbranataggine, incertezze e continuare ad andare.
Mia madre, mio padre, londra o chi per loro, sono state forse cause scatenanti, forse "grilletti" che hanno fatto partire il colpo. Ma la polvere da sparo è mia. E l'avevo già capito a Londra, che non c'era posto dove potessi andare, lontano abbastanza da liberarmi dal mio male. Che in Rwanda non c'era la salvezza, nè nella quiete veneta, nè l'asprezza familiare della Sicilia.
Ora resto qui, in questa milano da morire. Con le mie medicine sul comodino. E mi sento libera. E piango singhiozzando come una bambina, e mi voglio bene finalmente, un bene speciale, come una mamma alla sua bambina ammalata.
Stasera ho cucinato risotto di zucca e spinaci, come una mamma premurosa, per la mia anbar, che lo aspettava dalla notte di Halloween. Sarò una buona mamma un giorno, perchè mantengo le promesse. E ho paura

1 commento:

Nicola Rizzuti ha detto...

E' bello sentirti serena e fiduciosa, anche per me che ti conosco solo attraverso ciò che scrivi... Il risotto di zucca e spinaci sembra prelibato: ricetta? :9

Nicola