venerdì 19 ottobre 2007

il tuo nome

C'è una cosa che mi ha tenuta serena questa settimana, nonostante la rottura con bio e le distanze prese da winnie, perchè era la sola via. Oggi sono entrata in sindrome premestruale, e restare salda in questo momento delicato per la mia psiche e la fisicità, richiede un impegno maggiore. Ma non demordo...
Apprendere nuove abitudini alimentari, corrette, e correggere quelle errate, mi ha accompagnato un passo più avanti nell'isolare quello che era forse l'ultimo elemento da illuminare e di cui prendersi cura, dentro al gomitolo "sovrappeso"

Sapevo che da qualche parte c'era un disturbo alimentare, ma sembrava lieve, in lento miglioramente negli anni, e nonostante il disagio di certe settimane, non ero certa di rientrare dentro una patologia specifica. Ciò che non è bulimia o anoressia, si può fare l'errore di liquidarlo come ingordigia, perchè non ha sintomi altrettanto unici e identificativi.

Tempo dopo ho scoperto i binge eating disorder, e dal momento che ne ho letto la morfologia, sapevo che ne facevo parte. Alimentazione che si fa a volte incontrollata, nel senso che ci sono momenti in in cui si ha la sensazione di perdere il controllo e di mangiare per un impulso quasi più forte di noi e del nostro volere.

Ora sto leggendo questo libro sul binge. Ed è ora che capisco che quelle che pensavo fossero banali coincidenze mi fornivano in realtà una chiave di lettura. Il binge non era che un sintomo, anche questo negli anni era diventato ormai chiaro, ma dovevo imparare a riconoscere bene la maschera che il vero malessere indossava, per poter trovare il volto nascosto dietro.

Intendo dire che attraverso una lettura più approfondita sui binge, ho scoperto che in realtà questo sintomo si manifesta solo in situazioni e ambiti che ne denunciano la strettissima connessione con gli stati d'ansia. E il programma di self help sui binge che sto seguendo è appunto qeusto. Una guida di "allenamento" a sviluppare abilità di problem solving con le quali gestire una situazione "difficile" per prevenire che questa diventi ansiogena. L'ansia, una volta attivata, attiverebbe a sua volta la crisi bulimica...

Non credo nei miracoli e so che il cibo rimarrà "un punto debole" per me, ma so anche che migliorando il mio approccio allo stress e alla complessità, qualche passo avanti lo potrò fare, perchè l'ho visto succedere molte volte, su di me, il percorso descritto nel libro. Di fronte ad un problema metto la testa sotto la sabbia, guardo da un altra parte, finchè non diviene più grande, poi mi viene la famosa ansia che tanto non ce la posso fare, che è più grande di me e lo sconforto che non vale la pena lottare, e allora mangio troppo per zittire il ronzio della mia testa sotto pressione, fornedomi così un problema "capro espiatorio" da biasimare, che era il sovrappeso.

Se non andava era il sovrappeso, se l amore non andava il sovrappeso, e la vita sociale, familiare e professionale, ancora il sovrappeso. Ora non vorrei semplicemente sostuituire la parola "sovrappeso" con la parola "ansia"...non è cosi semplice. Ma l anno scorso quando la psicomotricista - venuta a scuola per un progetto di recupero di una classe "difficile" - disse che forse dovevo domandarmi se avevo un problema a gestire la mia ansia, lo ricordo come un momento rivelatore.

Dopo che da una vita avevo male ad un piede e zoppicavo di conseguenza, senza neanche farci ormai granchè caso, quel giorno era come se lei mi avesse detto "probabilmente è una spina". Cosi, senza grandi teorie in mano, si prospettava una diagnosi, dietro alla quale spesso c'è anche una cura, definitiva o palliativa che sia...ma almeno era in ballo di nuovo l'ipotesi di poter tornare un giorno di nuovo a camminare come il resto della gente.

E cosi stasera ascolto feist e il suo nuovo bellissimo album the reminder...che sprizza levità, nelle noti tristi e nelle gioie. E scrivo e allego al titolo del post un link ad un articolo semplice interessante su come gestire gli stati d'ansia in maniera efficace.

2 commenti:

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Gianluca ha detto...

eh già cara, non si pensa mai al fatto che le "malattie" hanno anche dei lati per così dire positivi. e sono quelle le radici più dure da estirpare, non il "male" ma il "bene" che comunque ne deriva...bacio.