mercoledì 4 aprile 2007

My baby don't care

Mi scrivi, insieme al resto, che il peso e la balbuzie rendono più facile la cernita degli idioti...ah si, me lo sono detta, caro, come è anche lasciare agli altri il manico di un coltello che è mio, soltanto.

Lasciare che siano gli altri a mandarmi a cagare perchè "sei una sfigata insicura di sè stessa e della sua femminilità. Me ne vado.", chiamami imbecille, ma mi lasciava in lacrime e lacrime, lacrime e solo la credenza in cucina per riempirmi di dolore.

Arrabbiata, delusa, offesa, inconsalibilmente umiliata di non saper gestire l'ebbrezza che viene dal poter dire, anche solo dentro di me, a bassa voce "sei un'idiota, non ti cago, anche se stai morendo dalla voglia di starmi a sentire. Me ne vado".

La psicomotricista e il mio ruolo a scuola, mi stanno insegnando che esercitare l'autorità è un dovere, prima ancora che un diritto. E' il dovere di parlare la tua lingua con voce sincera e chi non ascolta perchè forse ha di meglio da fare, tipo fare una corsa in moto o guardare la televisione, non gli offro sul piatto d'argento una giustificazione dorata da sciorinare.

Dare una buona scusa in mano agli idioti, per farmi del male, è un mestiere che è durato da venirmi a noia, da cui pregusto le dimissioni a breve, e già molte cose, fortunatamente, sono cambiate.

Solo nel 2004 uno di questi idioti, con un nome greco, anche lui in psicoterapia e con una valigia piena di cose taciute e ombrose ancora da disfare, mi ha detto che non se la sentiva di starmi accanto a causa del mio disturbo alimentare "perchè è importante in una coppia poter mangiare una pizza insieme".

Lui che affogava nelle inibizioni sessuali e mi aveva pregato di stargli accanto, nonostante la sua incapacità di far sentire passione, affetto, calore. Inizierò una psicoterapia, perchè vorrei poter cambiare... mi aveva detto. E mamma-amara, va bene, resto con te e aspetto, anche se non sono felice.

Poi è arrivata la storia della pizza e, al miracolo di abnegazione che ero stata, un bel calcio nel sedere. Ora, se a quello stronzo gli avessi detto in tempo, sei così arido che a starti accanto mi viene da soffocare, e poi andarmene, senza ripensamenti e altre storie, forse l'avrei fatto più felice, forse era quello che aveva voglia di sentirsi dire e, certo, avrei risparmiato a me stessa un'umiliazione.

Ma quell'estate, di neolaureanda senza prospettive, è stato irresistibile dirsi e se potesse cambiare? ho casini irrisolti quanto lui e potrei non trovarne uno meglio di così, che sia in gamba, intelligente, umano, malgrado la sterilità emotiva e sessuale. E ancora mi fa incazzare.

2 commenti:

Nicola Rizzuti ha detto...

Non ci conosciamo, ma permettimi di dirti che (finalmente?) stai imparando ad avere maggior rispetto di te stessa. E' una cosa buona :-) In bocca al lupo!
P.S. la frase della pizza mi fa sempre pensare a come delle sciocche frasi dette lì per lì possano ferire in maniera profonda

shahrazad ha detto...

...dopo ore ad aggiornare il foto blog su click con i nuovi scatti di pasqua, ti leggo e mi ricordo di oscar wilde che diceva che la gentilezza di un estraneo è la più commovente.

leggerò il tuo blog appena torno dall'acquario, nicola...and thank you. Ricambio anche l'in bocca al lupo gradito. :-)


a.