Da ieri sera ho sul comodino valeriana della certosa di pavia, che bio ed io abbiamo visitato insieme nel pomeriggio di ieri, e un ricostituente accanto alle aspirine e alle pastiglie di propoli e menta, stabili da lunedì mattina.
Ho trovato di nuovo il tempo per ammalarmi infatti, un'infezione alle vie respiratorie contratta per la seconda volta in un mese e il medico, quello senza mento e l'espressione come un roditore, dice che dovrei provare a cambiare aria, se anche il ricostituente finisce che non funziona.
Mi ricordo però che quando avevo 13 anni e una volta l'anno andavo a ballare al veglione di carnevale del mio paese, nella provincia di Trapani, mi ammalavo alle vie respiratorie anche allora, dopo ogni notte da ballare finchè avevo i vestiti appiccati addosso per il sudore.
Lo dico perchè la ricaduta forse c'è stata per via del fatto che venerdì sera - era il 20 di aprile - Dolly ed io, assieme a Linda e un paio di suoi amici, s'era deciso di andare al Sounds of 70s per ballare, dopo che me l'avevo consigliato Lewis quel locale.
Ma tant'è, quando ci siamo arrivate di fronte, Dolly e Linda non hanno avuto bisogno di scendere dall'auto per decidere che non era posto per noi e ridacchiando s'è detto che non era il caso nemmeno di entrare.
Era perchè avevamo visto davanti all'ingresso una coppia sulla cinquantina, con una signora bionda che sembrava la mia prof di educazione fisica delle medie, e due signori coi capelli imbiancati che probabilmente erano sui sessanta, parecchio inoltrati.
Mi sono scusata che non c'ero mai stata prima, quel posto me l'aveva consigliato Lewis, del suo parere mi fido, perchè abbiamo interessi in comune, ma stavolta mi sa che avevo cannato.
Magari, da andarci assieme a Lewis, poteva essere un posto piacevole perchè sincero e senza pretese - come non ce ne sono a Milano - ma Dolly, biondissima e odorosa com'è di mondanità ventenne, a dimenarsi in mezzo agli over 50, proprio non me la immaginavo. Quando lu e cri sono arrivati, la serata doveva incominciare.
Fino ad allora noi tre c'eneravamo state in piedi appena fuori da un locale, a bere vino rosso in bicchieri di plastica generosi, o sedute su una delle panchine di Corso Como - che Bio dice che non gli piace come l'hanno sistemato quel viale. E i reindirizzamenti sono continuati quando ci hanno mandato via dal locale dove s'era deciso d'andare a ballare.
All'ingresso del lolapalooza ci hanno detto che c'era da aspettare fino alle due, perchè ora si entrava solo avendo prenotato, così s'è fatto strada per un posto dove la musica faceva veramente cagare, ma col senno di poi dolly ed io ci siamo dette che almeno dentro c'era meno gente e si poteva ballare per davvero.
A ballare per davvero io in realtà ho cominciato solo a fine serata, dopo che la sala si era ancora un pò svuotata e Dolly s'era allontanata dal gruppo dicendo che andava "...a trovare un marito!".
E' ripassata da lì dopo 15 minuti a braccetto di un ragazzo carino, un pò timido, che l'ha accompagnata fuori, e a me di lui m'avevano colpito gli occhi marroni, che quando sorrideva erano davvero dolci e come lontani.
E così nella noia di una musica sempre uguale e dello specchio che rimandava un'immagine che non mi piace, m'ero detta "ma va'" e avevo mandato giù, senza ancora storie, l'imbarazzo di stare in mezzo a ventenni minuscole che ancheggiavano a spalle nude e non badavano troppo a ballare, che tanto loro erano li solo per farsi guardare e su questo niente da dire.
Ma invece io c'ero andata perchè ballare mi fa sentire capace di scrollarmi dalla rigidità della routine quotidiana, mi sembra di sentirmi in armonia con me stessa e gli altri, una volta tanto senza le parole, per questo mi piace.
Ed è stato piacevole che anche un paio di ragazzi abbiano iniziato a posarmi addosso uno sguardo vivo e sbadato più d'una volta, mentre ballavo, e che al ritorno a casa Dolly mi abbia detto, come compiaciuta, che "hai ballato benissimo questa sera!", e lu aveva fatto un commento uguale, quando ci siamo fermati cri ed io, che avevamo ballato più a lungo insieme.
Mentre tornavamo a casa in taxi, e nella stanchezza dell'indomani ci ripensavo, che, oltre che da quelle miniature di corpi bianchi, con le spalle nude, forse la bellezza si irradia anche da uno stato d'animo e anche io ne avevo fatto parte, ballando libera e lenta quella sera.
Cercavo di ricordarmi com'era e l'immagine che si compone è di una danza seria - chè avevo smesso il sorriso apologetico che declina l'imbarazzo, finalmente - e che tenevo l'avambraccio, fino al polso, su una spalla di cri e il collo della mia mano gli ricadeva quasi sul collo, abbandonato, io lo guardavo dimentica del resto, mentre ci muovevamo.
giovedì 26 aprile 2007
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento