Forse questa è la settima volta che mi rialzo - in piedi si sta bene - ma ho poco equilibrio e cadrò altre volte molto probabilmente. Di solito non so scegliere e giro intorno a un problema finchè qualcun'altro lo prende in mano per me, così finisco per sentirmi esclusa dalla mia vita.
Oggi però è stato diverso e ho chiesto aiuto. Sarà il primo giorno del resto della mia vita - come si dice negli US - o è vero un detto popolare giapponese che dice che la vita è cadere otto volte e rialzarsi nove?
La terapia mi conferma campionessa di somatizzazioni. Dalle sedute più recenti emerge che la malattia che ho contratto tocca un climax nella somatizzazione di emozioni di bambina dolorose, rimaste inespresse. Una è stata l'incidente stradale che a nove anni mi ha fatto confrontare con una paura di morire che allora non ho verbalizzato, nè dopo. Mettevo da parte l'esigenza di capire e contestualizzare, perchè in famiglia non avevano le risorse per capirmi e ascoltare.
Fortunatamente dopo il secondo ricovero in un ospedale psichiatrico non ho più avuto crisi depressive. Da qualche giorno però l'emisfero destro è indolenzito dalla testa alla nuca, tanto che oggi non sono andata al lavoro, pensando che meglio proteggermi che curarmi dopo.
Quando qualcosa mi preoccupa, inibisco l'espressione dell'ansia che si rifugia li, dietro alla nuca, come una lumaca che ritira le antenne dentro la casa-guscio. Insieme ai medici con cui ho ricostruito le crisi - in terapia e in occasione dei ricoveri - è emerso che la cervicalgia è un semaforo rosso con cui il mio corpo chiede attenzione.
Io mi metto a riposo appena arriva e riordino i pensieri parlando con me e chiedendomi cosa vuoi dire con questo dolore, amore? Se faccio così la crisi depressiva non arriva, come le lacrime di un bambino che si fermano prima di arrivare alle urla, se uno le sente in tempo, prima che la sete diventi senso di soffocamento e orrore.
Lo stress da psicoterapia si somma ora allo stress da lavoro (questa settimana ci sono gli scrutini così lavorerò ogni giorni il doppio del solito) e a quello da trasloco imminente, il 2 febbraio. All'idea di traslocare non sono ancora del tutto pronta e mi manca il coraggio di affrontare il mio affittuario per chiedere una proroga. Lui ha un brutto carattere ed io con le persone che hanno un brutto carattere ho una tendenza irresistibile a soccombere.
Che avevo paura di sbagliare l'ho raccontato oggi alla strega Fair, quando ci siamo viste all'una. Si tratta del mio medico curante che ha il camice bianco e una laurea ed è anche una brava omeopata. Ma quando la guardo con gli occhi di quando avevo nove anni so che i bambini non hanno mai torto e che lei è una strega bianca, di quelle che fanno magie per il bene. Andava un pò di fretta ma mi ha risposto lo stesso, con queste parole Nella vita può andare male o bene, non ci sono altre chance. Poi ci siamo salutate.
venerdì 25 gennaio 2008
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